Dieta e Psiche 2: L'ingiustizia di restare solo
La maggior parte delle persone in sovrappeso che segue una dieta dimagrante, reputa che il fatto di essere a dieta e quindi dover seguire un piano alimentare, precluda loro la possibilità di vivere situazioni sociali come una cena con gli amici o un aperitivo. Ma non è un pò come mettersi in punizione? Ecco come evitarlo...
Se è vero che molte delle situazioni sociali si svolgono nella condivisione del cibo, è vero anche che non si deve rinunciare a vivere perché si è a dieta.
Con il supporto del nutrizionista si possono pianificare delle deroghe alimentari o espedienti per poter sedere ad un tavolo in compagnia e poter ordinare qualcosa che non annulli la vostra dieta. Ma come al solito il problema più importante è a livello psicologico: imparare a dire "no".
Quante volte, gli amici insistono "dai per una volta che male vuoi ti faccia?!", "però sei un pò esagerato"...e tutto questo è stressante, fa sentire soli e anche un pò in difetto; senza contare la fatica di vedere mangiare gli altri un cibo molto buono che però non rientra nella vostra dieta.
E così si sceglie la rinuncia, ci si isola un pò. Che fare allora? Imparare a comunicare agli altri le proprie ferme decisioni, rifiutando il cibo offerto e considerando che occuparsi di sé stessi è la cosa più importante da fare. Mettere in primo piano i propri bisogni. Infine, il fatto di non saper gestire le situazioni sociali durante la dieta è controproducente per il futuro lavoro di mantenimento del peso. Infatti in questi casi la dieta è considerata una parentisi sgradevole associata a situazioni deprivanti, tanto che, una volta raggiunto un peso soddisfacente la si interromperà, facendo ritorno al vecchio stile alimentare: quello che aveva prodotto il sovrappeso, in un circolo vizioso senza fine.