“Io ho un problema, chi mi può aiutare davvero?” La verità vi prego…sugli “Strizzacervelli”

Scritto da Dr.ssa Ilaria Beltrami.

“Io ho un problema, chi mi può aiutare davvero?” La verità vi prego…sugli “Strizzacervelli”

Psicologo, psicoterapeuta, psichiatra, da chi vado? In cosa si differenziano, di cosa si occupano queste tre figure professionali?

 Credo che il punto sia questo: c’è una persona che non sta bene e che non è soddisfatta della sua vita e ad un certo punto si chiede se non sia il caso di chiedere aiuto…e lì, inizia il caos!

Penso che in un panorama così vasto e popolato di professionalità e di professionisti che si occupano di salute mentale possa accadere di scivolare in un tipo di informazione auto-referenziale e talvolta “pilotata”, che scarsamente risponde alla domanda “Io ho un problema, chi mi può aiutare davvero?” e credo anche che sia comprensibile dall’altra parte entrare in confusione, e scivolare gradualmente verso il pericoloso “faccio da solo” mentre alla confusione si unisce un sottile eco di diffidenza, dato dalla scarsa chiarezza.

Nelle spiegazioni sulle differenti figure professionali nel nostro campo sovente si ritrovano informazioni di tipo curricolare e termini come “riabilitazione”, “sostegno”, “psicoterapia” che penso non rispondano bene alla domanda di chi ha un problema. (non penso che chi ha un problema debba anche scervellarsi per capire se ha bisogno di essere riabilitato o psicoterapizzato, no?!)

Facciamo l’ennesimo riepilogo in ogni caso: lo psicologo ha una laurea di cinque anni ed è iscritto all’ordine professionale, lo psicoterapeuta è uno psicologo o un medico che dopo la laurea ha conseguito una specializzazione di quattro anni per approfondire un approccio specifico di intervento (psicodinamico, cognitivo-comportamentale, breve strategico, transazionale, gestaltico, rogersiano, etc.), lo psichiatra è un medico che è specializzato in psichiatria.

Considerato che ciascun inscritto all’Albo professionale è obbligato a seguire per regolamento un percorso di aggiornamento costante e per deontologia ad offrire un servizio competente che richiede di fatto lo specializzarsi in uno o più ambiti psicologici è evidente che la precedente presentazione e differenziazione, molto legislativa,  sia un po’ svalutativa nei confronti della figura dello psicologo e che tende erroneamente a veicolare tra le righe un elemento gerarchico tra i tre professionisti, che di fatto non sussiste.

Ma non soffermiamoci su questo, perché neanche questo serve a rispondere alla domanda: “Io ho un problema, chi mi può aiutare davvero?”

Il fatto è che tutti i giorni nella loro vita le persone inciampano in ostacoli e incontrano difficoltà che non riescono a risolvere  con facilità e questo genera dei vissuti e degli schemi di pensiero che condizionano gli avvenimenti successivi. La verità è che questo malessere, questa insoddisfazione, questa incapacità non dipende dal fatto di essere malati, ma da molti altri fattori che sono nella maggior parte dei casi riconducibili a: educazione, inesperienza, mancata acquisizione di abilità di vita, la possibilità di confrontarsi con qualcuno in una situazione di riflessione condivisa.

Parliamo moltissimo di prevenzione perché queste difficoltà vengano risolte e non si strutturino in patologia.

Ma la verità è che ci sono molte più persone sofferenti che malate.

Molte più persone che lamentano sintomi che sono ancora fortunatamente segnali di un sistema vitale sano che chiede di essere ascoltato, molte persone insoddisfatte, che non riescono a sviluppare il loro potenziale e a realizzare ciò che le farebbe stare bene.

In questo scenario lo Psicologo accoglie la sofferenza correlata anche a sintomi (di tipo ansioso, depressivo, sessuale, alimentare, etc) generata da blocchi emotivi, frustrazioni, eventi stressanti come difficoltà personali, relazionali, affettive, lavorative, malattie, etc. impostando l’intervento secondo l’orientamento (psicodinamico, cognitivo-comportamentale, breve strategico, transazionale, gestaltico, rogersiano, etc.) che ha scelto di approfondire e:

1) aiuta la persona ad individuare il significato di questa sofferenza e di questi sintomi,

lavorando insieme a lei per:

2)attivare risorse utili a fronteggiarla

3)attraverso strategie comportamentali da attuare

4) a fronte dell’apprendimento di nuove abilità, frutto di

5) una riflessione condivisa, che conduce ad

6) una maggiore consapevolezza di sé,

7) accettazione dei propri limiti

8) esplorazione di nuove prospettive e possibilità di azione

9) crescita personale

10) risoluzione del sintomo

11) benessere

Lo Psicoterapeuta cura la persona malata, affetta da grave disturbo psichico che richiede una ristrutturazione importante della personalità.  

L’intervento è più complesso, più lungo e più oneroso e necessita di una formazione approfondita e consolidata in un tipo di approccio psicoterapeutico che lo Psicoterapeuta avrà scelto. (psicodinamico, cognitivo-comportamentale, breve strategico, transazionale, gestaltico, rogersiano, etc. vedi sopra).

Il suo intervento è necessario quando l’aspetto patologico è predominante rispetto ad una capacità riflessiva e integrata di sé e alla possibilità di contattare le proprie risorse.

Almeno che non sia un medico, lo Psicoterapeuta (in quanto psicologo) non può prescrivere farmaci e saprà eventualmente valutare se sia il caso di coinvolgere nel percorso terapeutico lo Psichiatra che si occuperà di stabilire una terapia farmacologica.

Penso che sarebbe opportuno ora discutere gli elementi di cui tener conto nella scelta di uno psicologo o psicoterapeuta, ma questo lo vedremo la prossima volta…

detto questo e tornando a rispondere alla nostra domanda:

“Io ho un problema, chi mi può aiutare davvero?”

Rispondo con un’altra domanda:

Pensi di stare male o di essere ammalato?