5 steps per Gestire l’Ansia di Controllo
5 steps per Gestire l’Ansia di Controllo
Quando perdiamo il contatto autentico con noi stessi e con le nostre emozioni e proviamo a controllare ciò che è esterno: la “sindrome del sorvegliante”. Come sconfiggerla e vivere più sereni.
C’è chi perde la testa perché non trova le chiavi di casa o perché le cose sono “fuori posto”, chi si pone in una relazione in modo invadente e controllante, volendo conoscere dettagliatamente gli spostamenti del partner, chi si fa del male o adotta abitudini e comportamenti patologici per mantenere il controllo (dca, disturbi del comportamento alimentare, doc, disturbo ossessivo compulsivo, cutting,…etc).
La causa di questo comportamento è la mancanza di un contatto autentico con le proprie emozioni, ed è come se, attraverso il controllo del mondo esterno, si riuscisse a calmare l’ inquietudine ed i disagi interiori.
Purtroppo l’ansia di controllo impedisce di godere appieno della vita e delle sue sfumature di colore emotive: spesso infatti, chi soffre di ansia di controllo, tende a evitare o affronta con preoccupazione e disagio situazioni in cui sono presenti elementi di imprevisto.
Un nuovo lavoro, un viaggio, frequentare una persona nuova, intraprendere una nuova relazione sono novità e pertanto potenzialmente “pericolose” e fonte di notevole stress.
Inoltre, chi soffre di ansia di controllo ha difficoltà a prendere decisioni, in quanto sente necessario raccogliere il maggior numero di informazioni possibile prima di scegliere ed il risultato è spesso la procrastinazione a tempo indeterminato.
Vediamo come risolvere l’ansia di controllo e tornare a vivere più serenamente:
1) Rinuncia alla perfezione
Chi combatte con l’ansia di controllo soffre di ansia da prestazione e affronta ogni situazione dicendo a sé stesso: “devo essere perfetto”.
Essere “perfetti” è il desiderio di chi combatte con l’insicurezza, di chi non ha avuto adeguatamente la possibilità di esplorare il proprio mondo emotivo e riceverne conferma e idoneità dagli altri significativi.
Rinunciare alla perfezione vuol dire imparare a congratularsi con sé stessi per i propri risultati, imparando ad anteporre la soddisfazione personale alla preoccupazione del giudizio altrui.
2) Da dove tutto ebbe inizio: riconosci le tue emozioni
Torna indietro con la memoria e ritrova una volta che hai perso il controllo, o semplicemente non lo stavi mantenendo: ricerca un episodio in cui non ti sei curato delle conseguenze, che hai vissuto il momento, positivo o negativo, come un pianto a dirotto, o una volta che ti sei divertito senza farti problemi e pensare alle conseguenze.
Il modo in cui le persone vicino a te si sono comportate ti ha insegnato qualcosa sul vivere le tue emozioni: Potresti aver imparato che non eri compreso, che eri stupido, che hai fatto degli errori, e via dicendo.
Risalire a questo ti permette di riconsiderare il motivo che ha contribuito a alimentare in te il bisogno di tenere le emozioni sotto controllo e conseguentemente…il mondo esterno.
3) Terapia d’urto
Visto che il problema sono gli imprevisti, userai degli imprevisti per risolvere il problema. Perché tu possa fare esperienza di cose nuove con uno stato d’animo sereno. Solo così potrai apprendere e fare tuo il fatto che “imprevedibile” non corrisponde a “pericoloso”.
Quindi, mangia un cibo che non conosci, fai una strada nuova per andare a lavoro, organizzati del tempo senza programmi: mettiti nella condizione di stupirti nel constatare quanto può essere ricco di opportunità ed emozioni il tempo perso.
4) Se cambi comportamento, cambi l’emozione
Questo è l’assunto base dell’approccio breve strategico. Induciamo un’esperienza diversa, cambiamo punto di vista e produciamo un correlato percettivo, emotivo, cognitivo diverso.
Stiamo cioè dando la possibilità di guardare la stessa cosa ma da una prospettiva completamente diversa.
Come essere seduti ad un tavolino di un bar: a seconda della sedia che occupi, vedrai una parte del locale o un’altra e la tua percezione del luogo sarà diversa.
5) Io sono più importante degli altri: il giudizio esterno
Chi soffre di ansia di controllo è spesso più preoccupato dell’esito delle proprie azioni e delle reazioni e giudizi degli altri verso di lui, piuttosto che delle proprie emozioni.
Devi esercitarti a preoccuparti di te e delle tue reazioni emotive: in una relazione con qualcuno, impara a disconnetterti da lui/lei, dall’analizzare il suo comportamento in risposta alle tue azioni e prova a sentire e definire cosa accade emotivamente dentro di te durante l’interazione.